Alla morte di Piero de’ Medici, il figlio Lorenzo sotto pressione degli anziani e dei Signori di Firenze è costretto ad accettare la guida della città gigliata. Il suo percorso di regnante sarà caratterizzato inizialmente da diverse e decisive insidie. La rivolta di Volterra sedata con un immane spargimento di sangue porterà una cattiva luce sulla dinastia medicea. Invidie, nemici dichiarati e nascosti, intaccheranno continuamente la scalata al potere del Signore di Firenze. Lo scrittore padovano in questo romanzo, delinea una delle figure politiche più influenti del Risorgimento: Lorenzo de’ Medici, soprannominato poi dagli storici il Magnifico, per essere stato l’artefice a portare Firenze nel suo massimo splendore. L’autore però ci descrive anche questo grande personaggio come un uomo fragile, combattuto perennemente tra i suoi sogni, il desiderio di trascorrere una vita normale con la propria amata donna e gli obblighi familiari e un matrimonio “combinato” per un’alleanza proficua per il proprio casato. Il dilemma tra la scelta dell’amore e la strada splendente, appagante ma tortuosa del potere, sarà elemento ricorrente del romanzo. Se nel precedente capitolo troviamo come un cameo letterario Filippo Brunelleschi, in quest’opera apparirà costantemente un altro artista, il più iconico e rappresentativo del Risorgimento: Leonardo da Vinci. Il giovane Leonardo non sarà un personaggio fugace ma un interprete primario del romanzo. La grande amicizia anche tormentata con Lorenzo, delizierà il lettore e lo porterà a compiere un bel salto nel tempo secolare della Storia.
Antonio Martino