I leoni di Sicilia racconta la vita di due generazioni della famiglia Florio, che da Bagnara Calabra si trasferirono a Palermo, riuscendo a creare un impero economico. Il protagonista della prima parte è Ignazio Florio, il più giovane dei fratelli. Egli, insieme alla famiglia del fratello Paolo e alla nipote Vittoria, giunge al porto di Palermo e nella umile casa che li ospiterà a lungo in questa città sconosciuta. All’arrivo i due fratelli trovano la bottega di spezie, che gestivano dalla Calabria, in pessime condizioni. Si rimboccano le maniche e la rendono presentabile, ma devono fare i conti con gli altri commercianti e con i nobili palermitani, pieni di debiti, ma talmente orgogliosi, da non accettare l’arrivo dei due “stranieri”, che vogliono inserirsi nella società, senza chiedere niente e lavorando duramente, senza mai risparmiarsi. La cognata Giuseppina è, invece, infelice nella nuova città e comincia a provare un rancore sordo che mai l’abbandonerà. In questa prima parte, insieme alle vicende della famiglia, assistiamo all’evolversi della posizione dei Florio, che, nonostante tutto, vengono considerati sempre facchini arricchiti. Ignazio è un uomo sensibile, innamorato della cognata, e, dopo la morte di Paolo, assume la direzione degli affari di famiglia e si occupa del nipote Vincenzo, curandone l’istruzione e l’educazione. E Vincenzo è il protagonista della seconda parte del romanzo. Diventa duro, orgoglioso e determinato. Vuole raggiungere quella posizione sociale che crede di meritare da tempo. È un uomo ” illuminato”, porta in Sicilia le migliori innovazioni in campo industriale e diversifica gli affari di Casa Florio, non temendo alcun rivale. All’aromateria aggiunge la cantina di Marsala, una fonderia e molte società con i più ricchi di Palermo. È temuto da tutti, ma mai accettato veramente. Vincenzo è al centro anche di vicende familiari ed amorose , che lo porteranno a sposare la donna della propria vita… Tutto in un contesto storico non proprio tranquillo, che sfocia nella cacciata dei Borboni e nella nascita del Regno d’Italia. Ho trovato questo libro molto bello, sono stata coinvolta dalle vicende familiari e ho scoperto tante cose sugli affari dei Florio, il cui nome credevo fosse legato soltanto alla cantina. Invece Ignazio e Vincenzo Florio sono stati due imprenditori intraprendenti ed innovatori. Poi ammetto che mi sono commossa in più punti, ed un libro che riesce a commuovermi(e non è facile) merita il massimo.
Anto Spanò