Il fratello di Marco Tulio Cicerone, Quinto, è il comandante di una delle legioni romane stanziate in Gallia. Attraverso una lunga lettera, Quinto racconta al fratello gli eventi relativi all’assedio del forte da parte dei barbari e, soprattutto, la vicenda personale che ha coinvolto due dei suoi centurioni: Pullo e Voreno. I due centurioni erano stati in passato grandi amici, ma l’amore per una donna li aveva allontanati e resi nemici. Quando i barbari hanno attaccato il forte, hanno iniziato con il lanciare ai legionari romani parti dei corpi smembrati degli abitanti del villaggio vicino, per poi continuare con oggetti infuocati per distruggere l’accampamento romano e cogliere i nemici alla sprovvista. Quando i due centurioni hanno scorto tra i cadaveri la donna amata, impazziti dal dolore, si sono lanciati contro il nemico in un corpo a corpo sorprendente… Decisamente un bel romanzo breve sotto forma di epistola, che ci catapulta tra i barbari violenti e gli organizzati soldati romani, tra lance e gladi in mezzo ad antiche campagne militari e che, senza dubbio, si legge tutto d’un fiato.

 

Anto Spanò