Il libro narra la storia di un uomo piccolo di statura che sogna, diventando milionario, un’ascesa nella scala sociale. Il protagonista lavora presso diversi hotel cecoslovacchi, ma è sempre considerato l’ultimo arrivato e il più insignificante tra gli uomini, quello da incolpare nel caso ce ne fosse bisogno. Intanto il giovane sperimenta la propria sessualità con le ragazze dei bordelli, impara il mestiere e incontra personaggi di ogni genere. Ad un certo punto si trova a servire l’imperatore d’Abissinia, esperienza che ricorderà e di cui si vanterà sempre. Ad un certo punto si innamora di un’insegnante di ginnastica di razza ariana e, dopo un attento esame medico per decretare che il sangue del cecoslovacco possa mischiarsi con quello puro tedesco, i due convolano a nozze mentre intorno scoppia la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra, dopo la morte della moglie e l’internamento del figlio nato con handicap mentale, l’uomo riesce a vendere dei francobolli preziosi sottratti agli ebrei e a comprare un hotel che riuscirà a rendere unico. I soldi non bastano, però, per essere accolto tra i milionari, che costituiscono una sorta di club chiuso ai nuovi arricchiti. Questo libro l’ho trovato noioso, surreale e faticoso da leggere, anche a causa dei lunghi periodi senza punti fermi (o quasi). Magari sono io a non averlo capito, ma non mi è piaciuto affatto!
Anto Spanò