Di Recami non avevo ancora letto nulla e, se avessi saputo che “gli scheletri nell’armadio” era il secondo della serie “La ringhiera”, forse non lo avrei iniziato perché, quando di serie si tratta, capita che i romanzi presi singolarmente possano non essere totalmente autonomi. “Si trasformava in una danza collettiva, una specie di minuetto, alla fine del quale lui stesso si ritrovava in mutande.” Detto questo, la trovata dell’investigatore in pantofole è di per sé simpatica, inserita poi in un contesto realistico, con i personaggi del suo condominio (appunto della casa di ringhiera) che creano continuamente equivoci e imprevisti, basati come sempre capita sul “penso, suppongo, non ho visto ma presumo”. “Non era abituato a fare questi ragionamenti dove ci si immagina quello che uno penserebbe quello che l’altro penserebbe che il primo pensasse.” Con un linguaggio colloquiale, dando molta forza al dialogo (peraltro efficace e divertente), Recami ci racconta una vicenda poco complessa, ma originale nella sua struttura narrativa con un finale a sorpresa che lascia un sorriso sulle labbra. Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

 

Collana: La memoria
Anno edizione: 2012
In commercio dal: 10 maggio 2012
Pagine: 219 p., Brossura
  • EAN: 9788838927072