Gli eredi della Terra di Ildefonso Falcones

Sequel de La Cattedrale del Mare, ambientato a Barcellona tra il XIV e il XV secolo, Hugo, bambino di 10 anni orfano di padre ha l’onere di provvedere al sostentamento della propria famiglia, lavorando come aiutante di maestro d’ascia nell’arsenale reale. Arnau, protagonista principale del precedente romanzo, è il tutore morale del piccolo Hugo, il quale sogna in futuro di diventare un costruttore di navi. La famiglia dei Puig acerrimi e storici rivali di Arnau, riescono grazie a fattori favorevoli a diventare signori incontrastati di Barcellona. Hugo, viene così cresciuto nel ghetto ebraico e grazie a Mahir, diverrà un affermato viticoltore e sensale, cantiniere reale, la vigna e il vino saranno sua ragione di vita. L’ occidente cristiano viveva anni di uno scisma, che aveva portato alla coesistenza di tre papi diversi: Giovanni XXIII, Gregorio XIII e Benedetto XIII. Alla fine del 1413 l’imperatore Sigismondo I, per risolvere il problema ed eleggere un unico pontefice, aveva indetto un nuovo concilio a Costanza. La Chiesa cattolica si era così trovata in tre obbedienze, Avignone, Roma e Pisa. Cardinali e re appoggiavano l’uno o l’altro papa, in base ai propri interessi di potere. In questo delicato equilibrio politico, s’intrecciano rapimenti, tradimenti e omicidi, che renderanno l’opera un “giallo” degno di nota. Il protagonista principale del romanzo, risulterà essere nuovamente un “padre”: Hugo. L’ amore sconfinato per la propria terra ed il proprio vino che rappresentano la vita e l’ amore per la propria figlia Mercè, lo eguaglieranno senza dubbio all’indimenticabile Bernat, protagonista de La Cattedrale del Mare, padre coraggioso ed amorevole. In un contesto storico come il Medioevo, dove la figura paterna spesso era secondaria nella sfera affettiva e formativa e i matrimoni dei propri figli erano unicamente accordi commerciali e politici, Hugo riscatta pienamente la figura del padre che tutti noi oggi abbiamo e che vorremmo.