Questo libro profuma di buono, di amore, di semplicità e ti accoglie con un abbraccio caloroso che ha l’affetto di una famiglia. Sono entrata quasi intimidita nel Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio di fine ‘800. Il marchese Romualdo è in trepidazione, perché sua moglie sta per dargli il quarto figlio e dopo tre femmine spera vivamente che questo sia finalmente un maschio. Ma a nascere è Giuditta e nessuno se la sente di andare a riferire la notizia al marchese. Sempre quella stessa notte bussano alla porta del Palazzo, ma fuori non c’è nessuno. In compenso trovano una cesta con dentro un pargoletto ed è così quindi che quella sera, alla dimora Chiaramonte, invece di un bambino ne arriveranno due: Giuditta e Fortunato. La storia ruota tutta intorno a questa famiglia; vedremo i ragazzi crescere e le strade che prenderanno. È bello come la scrittrice sia riuscita con la sua scrittura, con le espressioni che ha adoperato, con un italiano misto al siciliano a farmi calare nella parte, facendomi ridere, commuovere ma anche emozionare. Ho avuto la sensazione come se fossi stata uno spettatore indiretto di un’opera teatrale. Una storia che è frutto della fantasia della DiQuattro, ma potrebbe benissimo essere capitata in qualsiasi parte del mondo e che io ho apprezzato tantissimo. Buona lettura!
Giusy Aloe