,In passato mi domandavano …quali sono le doti di un buon investigatore . Rispondevo dicendo delle cose piuttosto ovvie…ma la qualità essenziale di un buon investigatore.. è la consapevolezza del ruolo decisivo de caso, della fortuna nella soluzione delle indagini”. Risvegliatasi, come spesso le accade, nell’ letto di uno sconosciuto , Penelope è una donna che sta vivendo una profonda crisi esistenziale: un misterioso incidente ha messo la parola fine al suo lavoro di apprezzato pubblico ministero. Le sue giornate trascorrono lente e accidiose fra attività sportiva all’aria aperta, fiumi di alcool, fumo e psicofarmaci. Ma un giorno riceve una telefonata da un uomo: un marito indagato nel passato della morte della moglie, caso archiviato, senza nessun colpevole, ma i sospetti su di lui non sono mai svaniti. Penelope, dopo l’iniziale titubanza, grazie all’insistenza di un suo amico giornalista di cronaca nera, decide di aiutare questo uomo. Un libro tenace, coinvolgente, intrigante, con un finale mozzafiato. Carofiglio descrive la figura di Penelope, come una donna dura ma fragile, determinata ma in crisi, non riuscirete a staccarvi tanto facilmente da lei, icona di una Donna che ha perso “quasi” tutto , una donna che con la sua tenacia e forse di volontà, riesce a risorgere dalle proprie ceneri. Assolutamente da leggere.
Monia Santi