Una lettura dal sapore tutto orientale. Siamo in Cina agli inizi dell’800, il paese è sotto il potere imperiale, gli usi e i costumi di quell’epoca sono i veri protagonisti della storia. Ci sono tre argomenti fondamentali che spianano la strada a questo romanzo: la pratica della fasciatura dei piedi, il legame laatong e la scrittura nu-shu. Le protagoniste sono due giovani donne che da bambine subiscono la fasciatura dei piedi per ottenere i “gigli dorati”; sempre da bambine uniscono le loro vite tramite il legame laatong che è una sorta di vincolo profondo tra due esseri umani più forte di qualunque altro legame e nello stesso momento cominciano a imparare la scrittura nu-shu. La pratica della fasciatura dei piedi è spiegata in modo tanto chiaro da far provare quasi dolore a chi legge… imparano allo stesso tempo questo linguaggio segreto che si tramanda di generazione in generazione e riguarda solo l’universo femminile, ma per l’intera comunità la donna non è altro che una persona inutile, sottomessa prima alla famiglia d’origine e poi alla famiglia dove entra a fare parte dopo il matrimonio. Le due laatong si trovano sotto la furia del loro destino che spesso, come il vento, cambia direzione. Il loro modo di comunicare attraverso il linguaggio nu-zhu è trascritto su un ventaglio che passa da una all’altra per tutta la loro vita. Ho letto con un certo fascino la storia di questo legame perché difficilmente ai giorni d’oggi se ne possono trovare esempi. È un romanzo duro, crudo e profondamente commovente… mi è piaciuto tanto e fin dalle prime pagine ho sperato che si concludesse con un lieto fine perché il dolore e la sofferenza descritti sono difficili, se non impossibili da accettare.
Anastasia Pisani