Jonathan è nato in un quartiere periferico, costituito da grandi palazzi di cemento che accolgono persone umili, che provengono dal Sud, gente per cui l’istruzione non è una priorità e che sopravvive per mezzo di espedienti, a volte illegali. Lui è stato concepito da una coppia giovanissima, la cui relazione probabilmente non sarebbe durata a lungo e non sarebbe sfociata di certo in un matrimonio. Ed è stato in ogni caso un matrimonio durato poco, che ha determinato il trasferimento di Jonathan dai nonni materni. La madre bambina di Jonathan ha dovuto buttarsi anima e corpo nel lavoro ed il bambino, cresciuto dai nonni, ha sempre vissuto con un senso di vuoto, determinato da una madre assente e da un padre che non ha mai avuto voglia di mantenere affetti stabili. In tutto ciò, Jonathan ha sempre manifestato un problema di balbuzie che lo ha ostacolato nello stringere amicizie e ben presto si è accorto di essere attratto dai ragazzi. Nel 2016, quando ormai vive a Milano ed ha una relazione stabile con Marius, una febbre persistente si manifesta, togliendogli pian piano le forze. Questo senso di spossatezza, lo induce a ricercare la causa della febbre, prima su Internet, e poi rivolgendosi al suo medico. Jonathan comincia a pensare di essere stato colpito da una malattia grave, più ricerca e più scopre infinite possibilità, una più terribile dell’altra. La sua ansia cresce e la sua febbre continua a persistere, indebolendolo sempre più. Finché arriva il risultato dell’HIV. Sí, Jonathan è sieropositivo, ma ci sono anche dei nodi psicologici da sciogliere. Bisogna rivivere la propria storia, far pace con sé stesso ed ammettere di non essere un supereroe, ma un essere normale pieno di debolezze, con un’infanzia fatta di mancanze e di silenzi che hanno intaccato la capacità di socializzazione, solo così è possibile ricominciare a vivere con serenità e prendere coscienza di sé e della propria forza interiore. Un libro intimo, senza alcun filtro, che cattura il lettore e lo conduce per mano dentro questo viaggio introspettivo che inizia nell’infanzia e finisce in un momento di magica stabilità emotiva.
Anto Spanò