“Alice, disse, mi toccherà vivere nel mondo reale, un giorno? Senza alzare lo sguardo, Alice sbuffò e disse: Oddio no, figurati. Chi te l’ha detto?” La prima cosa che colpisce di questo libro è la punteggiatura dei dialoghi che, come vedete dalla citazione qui sopra, è completamente assente. Ad un certo punto della lettura, ho avuto paura che anche la trama si volesse imporre per l’esagerata modernità: ho un problema con i libri contemporanei fino all’osso, quelli che vogliono essere all’avanguardia per forza. In realtà, poi, “Dove sei, mondo bello” si riprende e la vicenda risulta abbastanza normale, che per me significa “nelle corde di noi comuni mortali”. Quattro trentenni, due uomini e due donne, sono intrecciati da relazioni di amicizia e amore. Alice, Felix, Eileen e Simon si conoscono in alcuni casi da una vita, in altri da pochissimo grazie alle chat di incontri. Vivono le difficoltà della generazione dei millennial, sbattuta davanti alla rovina del mondo (concreta e spirituale) compiuta da chi li ha preceduti. Il finale tuttavia dà speranza, ci spinge a pensare che una possibilità di riscatto, almeno nel nostro piccolo, può accadere. È un romanzo che non mi è dispiaciuto, una storia che magari non sarà memorabile ma ha rappresentato qualche ora di lettura piacevole.
Alessandra Micelli