Il romanzo ci mostra, attraverso gli occhi e le emozioni del protagonista, Alessandro Merisi, la Tokyo del 2000 in un viaggio tra locali notturni, traffico internazionale di droga, affiliazioni alla yakuza e set televisivi in cui gente comune viene usata in riprese da immettere sul mercato del porno. Una storia dalle potenzialità enormi, purtroppo sprecate! I personaggi sono senza spessore, stereotipati e a tratti anche poco credibili, la psicologia del nostro Alex lascia a desiderare: vive esperienze forti, sia sul set che nella vita reale, ma nulla lascia un segno, nulla riesce a scatenare una riflessione profonda. E la cosa sarebbe anche plausibile se fosse un tratto del protagonista, una persona superficiale che si lascia scivolare addosso ogni cosa, ma questa caratteristica la ritroviamo anche nelle figure comprimarie e secondarie: panta rei, nulla lascia un segno, un dubbio, un rimorso, con la sola esclusione di una nota leggera di rimpianto che ritroviamo nel finale. Il linguaggio, in alcuni passaggi un po’ crudo, per quanto possa risultare disturbante per il lettore, si adatta alla realtà descritta.

recensione di Patty Barale