Questo romanzo è un’opera storica che racconta il percorso travagliato che ha vissuto l’Albania nel XX secolo, dall’occupazione nazista al totalitarismo comunista filo staliniano del dopoguerra, terminato con la caduta del muro di Berlino. Kajan è un bambino che vive a Rragam, un piccolo villaggio situato al nord dell’Albania, insieme al nonno Betim, suo vero maestro di vita. I suoi genitori sono impegnati nella lotta di resistenza e di liberazione. Il protagonista letterario vivrà parallelamente la propria crescita, formazione e maturità in contrasto con le vicende che sta vivendo il suo popolo. La musica sarà per Kajan uno strumento salvifico, di speranza e di libertà. La storia dell’Albania è stata una vicenda unica e curiosa nel panorama e negli equilibri geopolitici, uno stato appartenente alla penisola balcanica; mentre il maresciallo Tito iniziava un percorso di balcanizzazione totale sotto un’unica bandiera jugoslava, l’Albania si discostava prepotentemente da questo processo e si avvicinava allo stalinismo e al blocco sovietico. Ma non voglio soffermarmi ad analizzare unicamente la parte storica del romanzo. Quest’opera è ben scritto, le vicende personali e familiari entrano nel dramma sconcertando il lettore. Devo essere sincero, ero molto scettico sull’autore influenzato dai miei gusti musicali, Ermal Meta non fa parte dei miei cantanti preferiti. Ma invece grazie a questa lettura ho scoperto un ottimo scrittore e narratore capace di incuriosirmi per le vicende storiche ed emozionarmi per le storie dei protagonisti.

Ed. La nave di Teseo

Antonio Martino