“«è stata la notte più importante della mia vita» disse con calma. «Mi ha permesso di fare ciò che ho sempre desiderato più di ogni altra cosa» «Che sarebbe?» «Vivere senza pensare.»
Diciamolo subito: “Dio di illusioni” mi è piaciuto meno rispetto a “Il cardellino”, l’altro famosissimo romanzo di Donna Tartt. Con questo non vuol dire che non mi sia piaciuto, ma sicuramente “Il cardellino” mi ha coinvolta maggiormente. La scrittrice dimostra in questo libro la stessa straordinaria capacità di scrittura, costruendo ambientazioni e profili psicologici incredibili. Forse ciò che mi ha colpito meno in questa storia, sono i protagonisti. Personaggi eccentrici, studenti fuori dal comune, ragazzi straordinari e inquieti. Sono in sei e frequentano il corso di greco. Portano alle estreme conseguenze il concetto di bellezza e ricerca del piacere, dell’estasi e per questo commettono due crimini. Con tutto ciò io non ho trovato una sintonia. Mi è successa la stessa cosa con il protagonista di “Delitto e castigo”, Raskol’nikov, eccentrico anche lui, inquieto anche lui, anche lui spinto al delitto perché sentito necessario. Tra il romanzo di Dostoevskij e “Dio di illusioni” ho proprio trovato questa comunanza: l’inevitabilità del delitto. I protagonisti percepiscono necessario l’atto criminoso per la sofferenza che portano dentro come “superuomini”; se ci fosse stata un po’ di luce, un po’ di pace in loro, si sarebbero fermati prima. Questo è il motivo per cui non mi è piaciuto “Delitto e castigo”, un romanzo per me inquietante, e questo è il motivo per cui non sono riuscita a farmi coinvolgere del tutto da “Dio di illusioni”. Voi avete letto i due romanzi più famosi della Tartt? Quale vi è piaciuto di più, “I cardellino” o “Dio di illusioni”?
Alessandra Micelli