Questo libro non è male affatto. Intanto perchè adoro le storie che parlano di amicizie indistruttibili e poi perchè, in un totale di 509 pagine (che non sono poche), l’autore non mi ha mai annoiata con le sue descrizioni minuziose dei personaggi, delle loro storie e dei loro pensieri intimi. E ci vuole grande abilità descrittiva e narrativa per far ciò! Anche perchè la storia, spesso, risulta ripetitiva. E’ un ciclo che si ripete: Misia che irrompe nella vita dei due amici, in quella di Livio in particolare, sconvolge la routine e le sicurezze che quest’ultimo ha cercato di crearsi attorno, e fugge via. Misia è un personaggio, a volte, odioso, ma sicuramente non banale, né noioso. Livio è la voce narrante, sempre disponibile per i suoi amici, ma spesso apaticamente si lascia trascinare dagli eventi. Marco è l’eterno bambino che fugge davanti alle proprie responsabilità e che va, sempre e comunque, controcorrente. Nell’insieme lo considero un bel libro. Mi ha tenuto compagnia, piacevolmente, per un bel po’ durante le passeggiate con il mio cane e le file nelle sale d’attesa. Mi mancheranno Misia, Marco e Livio!
Anto Spanò