Leggere questo libro è stato per me una bella esperienza oltre che una grande sorpresa. È stato sempre considerato un testo adatto ai giovanissimi ma al contrario ha deliziato anche a me, non proprio fanciullina! La voce narrante è un bambino, Enrico Bottini, che frequenta la terza classe di una scuola elementare nella provincia di Torino. Il bimbo scrive un diario su un quaderno che poi suo padre troverà mentre lui è ormai grande e studente liceale, creando un libro. Dunque, un ricordo di tempi passati. Il testo è realizzato da capitoli come episodi con la data del giorno ed il tema trattato. Enrico parla della scuola e ci fa conoscere attraverso dei quadretti “umani” i suoi compagni, la loro condizione sociale ed il rendimento scolastico. Scopriamo allora che la classe è formata da bambini di varie estrazioni con la propria storia familiare spesso toccante, che vivono la loro esistenza non sempre piacevole. Tutti questi alunni sono guidati dal maestro Giulio Pierboni, uomo discreto, molto dolce e paziente, che vive in solitudine e considera la classe e la scuola la sua famiglia. Invita sempre gli alunni a stare buoni e a studiare per migliorare la loro vita futura; i ragazzi lo amano e lo rispettano molto, così nel momento della malattia lo vanno a visitare portandogli dei dolci che lui distribuisce subito tra i piccoli ospiti. In sua assenza giunge a supplirlo la “maestrina dalla penna rossa” per via del suo cappellino “arricchito” da una penna di chi sa quale volatile. Enrico appartiene alla classe media, è benestante e può fare dei piccoli regali ai compagni, aiuta i meno studiosi come spesso fa De Rossi, il più bravo della classe, il primo oltre a essere bello, intelligente e socievole. Ci sono anche alunni poveri e generosi tra loro e dei rivoluzionari (Franti), ecc. Oltre la descrizione della classe e dei suoi componenti, ogni mese il maestro Pierboni porta una storia che detta e dopo viene commentata con un tema che mostreranno al Signor Direttore, uomo integerrimo, severo ma sotto sotto molto buono! Il libro va avanti così dall’inizio l’ottobre 1881 al mese di luglio 1882 ; una festicciola segna la fine dell’anno scolastico e tutti si lasciano pensando alle vacanze e al loro futuro. Leggendo il libro ho provato tanta dolcezza essendo anche io insegnante e mi sono calata nelle varie situazioni della classe variegata con tanti appartenenti a differenti aspetti della società! Enrico andrà al liceo, qualcuno andrà a lavorare, qualcuno cercherà la sua strada. Il romanzo fu scritto con finalità educative: il maestro indica l’ integrità nazionale perché la scuola e l’esercito sono le fondamenta della società dove s’incontrano le differenze sociali, il bene e il male, e i racconti sono la spinta all’eroismo e al valore patrio. Proprio bello, proprio bello. Mi è piaciuto tantissimo! Vi invito a leggerlo a tutte le età.
Maria Cisonna