Cujo è un tenero esemplare di San Bernardo. E’ fedele ai Camber e morirebbe per loro senza alcuna esitazione. Ma un giorno l’istinto lo conduce a seguire una preda e il fato decreta per lui un incontro ravvicinato con un pipistrello affetto da rabbia, che lo contagia. Cujo comincia a star male, anche se ancora i sintomi non sono così evidenti. Ma ormai la malattia sta facendo il suo corso, il suo sistema nervoso è irrimediabilmente intaccato e il cucciolo bonaccione fatica a riconoscere i padroni: si sta trasformando in una bestia assassina. Il fato è crudele e anche Donna e il figlioletto Tad si troveranno ad attraversare la strada di Cujo, rimanendo intrappolati per giorni dentro un’auto resa infuocata dall’alta temperatura e con una belva a far loro da guardia. Sarà sempre il fato a decidere chi salvare e chi no. Un libro ansiogeno, ma avvincente allo stesso tempo. Come si fa a non continuare a leggere? E’ di primaria importanza scoprire come si concluderà la vicenda, chi salverà chi, sempre che qualcuno possa uscire indenne da una situazione paradossale, da un vicolo cieco del genere che adesso, nel XXI secolo, appare irreale. E’ un libro per stomaci forti, che sta annunciando la svolta dell’autore verso l’horror. E se avesse smesso di raccontare qualche pagina prima? Forse il fato cattivo ci avrebbe risparmiato l’orrore finale e lasciati più contenti. Almeno avrebbe lasciata più contenta me!

recensione di Anto Spanò