Romanzo più maturo di Alessandro D’avenia, protagonista è sempre la scuola, c’è sempre un prof., ma che a differenza di Bianca come il latte rossa come il sangue, è lui a dover imparare la “vita” dai suoi alunni. Un prof. che vede la vita solo attraverso i libri e che quando gli si pone davanti la richiesta della sua fidanzata di andare a vevere insieme, lui scappa. E solo grazie alla vicenda di una sua alunna, riesce a capire ciò che è davvero importante. Anche su questo romanzo, la protagonista Margherita affronterà un dolore: scoprirà con un messaggio nella segreteria telefonica che il padre se ne è andato da casa. Attraverso un compagno di scuola, la nonna che parla della vita attrevrso il cibo (in dialetto siciliano) e l’Odissea di Omero, Margherita come Telemaco, va alla ricerca del padre. Questo libro sono particolarmente affezionata, anche per che sono riuscita ad incontrare lo scrittore, simpatico e pieno di entusiasmo, mi ha trasmesso molte cose positive. Nessuna perla e’ uguale all’altra. Nessuna perla e’ mai perfettamente simmetrica. E nelle cose di questo mondo e’ meglio tenersi lontani dalla perfezione: la luna quando e’ piena comincia a calare, la frutta quando e’ matura cade, il cuore quando e’ felice gia’ teme di perdere quella gioia, l’amore quando raggiunge l’estasi e’ gia’ passato. Solo le mancanze assicurano la bellezza, solo l’imperfezione aspira all’ eternita’. La perla se ne sta li’ con la sua irraggiungibile imperfezione, nata dal dolore. E dall’amore che lo abbraccia.
Elena Antonini