“ Ci voleva questo dannato virus perché qualcosa si prendesse la responsabilità dei miei no e mi permettesse, ma guarda un po’, di stare esattamente dove vorrei stare “. “Come il mare in un bicchiere”… descrive esattamente come ci siamo sentiti quando il mondo si è ammalato, quando la pandemia di Covid-19 ha modificato radicalmente le nostre vite, cambiando inevitabilmente anche noi, le nostre relazioni e soprattutto il modo di pensare. E’ con un quaderno ricco di pensieri e di riflessioni, come ama definirlo l’abile Chiara Gamberale, che l’autrice si mette a nudo e ci parla del suo piccolo mondo, popolato da sua figlia Vita e dal padre di Vita, che è rimasto bloccato a Roma, a causa del lockdown. Con uno stile semplice, ma di forte impatto emotivo, Chiara ci parla di sé, del suo sentirsi-Fuori di testa-, in un mondo che le va stretto, dove i pensieri e le emozioni la fanno sentire troppo spesso incapace di affrontare la vita del -La’ Fuori-. Eppure, davanti all’emergenza Covid-19, Chiara ed i suoi amici di sempre che ama definire: “Animali dell’Arca senza Noè”, reagiscono e sanno affrontare la situazione con determinazione, senza scoraggiarsi mai. E’ allora che Chiara comprende quante volte ha rinunciato a se stessa per assecondare gli altri, capisce quanto sia salutare saper pronunciare una parolina magica che cambia tutto: ”no”. Grazie alla febbre che ha colpito il mondo, Chiara rinasce, curando le sue ferite più profonde e guarisce. L’unica pecca di questo romanzo è che è troppo breve, ma vi consiglio di leggerlo perché è scritto divinamente.

 

recensione di Ilaria Cecchi