“Come Dio comanda” è un romanzo di Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 2006 ed edito da Einaudi. Il libro racconta la storia di Rino e Cristiano Zena, padre e figlio che vivono in un paese nel nord est italiano. La mamma di Cristiano ha abbandonato la famiglia poco dopo la nascita del bambino, lasciando tutte le incombenze nelle mani del padre. I due hanno un legame molto forte, in particolar modo il padre ha paura che gli assistenti sociali, in particolar modo Beppe Trecca, possano portare via il figlio, quindi fa di tutto perché questo non avvenga. Altri protagonisti della storia sono Corrado, soprannominato da tutti Quattro Formaggi, e Daniele, amico di vecchia data di Rino. Tutto procede per il meglio nella loro vita, fino a quando non si decide di fare una mega rapina presso la banca del paese vicino: i rapinatori sono proprio Rino, Quattro Formaggi e Daniele, desiderosi di voler cambiare il loro destino e alzare il proprio status. In questo libro Ammaniti mostra al lettore il rapporto tra un padre e un figlio, abituati a vivere da soli, abbandonati a loro stessi ma allo stesso tempo uniti tra loro dal legame che solo il genitore e i figli possono avere. Naturalmente, è un romanzo che scorre molto veloce, il lettore non fa nemmeno in grado a rendersi conto di averlo iniziato che si trova già nel pieno della storia. Come le altre opere dello scrittore, anche qui alcuni pezzi del libro sono molto forti, ma si può indicare come una caratteristica dello scrittore, che permette in un certo senso di immedesimarsi sempre più nella storia, raccontando il loro disagio, il loro vivere nel degrado ma comunque sempre legati tra loro. La stessa cosa è valida anche per gli altri personaggi, di loro viene raccontata la storia, capendo sempre di più quello che vogliono dire e le conseguenze delle loro azioni e come queste siano importanti nella storia. Potrei parlare di questo libro per ore e ore, mi è piaciuto talmente tanto che mi sono dovuto fermare un paio di giorni per portarmi avanti con altri libri. Consigliato!
recensione di Lorenzo Peluffo