Milly è silenziosa e sconvolta, immobile come una statua dentro i suoi vestiti per il lutto. E’ così che si apre questo libro: la protagonista attonita per la perdita del marito e la famiglia di lui che le è attorno, come le convenzioni sociali impongono. Sì, perchè Milly adesso è la ricca ereditiera di Mr. Bott, appena passato a miglior vita dopo un incidente stradale. In quanto vedova di uno dei componenti della famiglia più nota del paese, va protetta e avvolta dalle attenzioni familiari. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo….Alla lettura del testamento, la famiglia scopre che Milly è stata diseredata. Milly è sconvolta, non tanto dal fatto che il marito non le abbia lasciato che 1000 sterline, ma piuttosto per il fatto che, avendo scoperto il tradimento della donna, abbia continuato a comportarsi come se niente di strano avesse intaccato il loro matrimonio. Mentre i fratelli e le cognate del defunto si chiedono quale sia il modo migliore di comportarsi per non far trapelare niente ad di fuori delle mura domestiche, Milly fugge via. Vuole abbandonare la casa e la famiglia e ricongiungersi con la sorella che vive in Svizzera. Per un incredibile caso, le due donne si incontrano a Londra nella stessa locanda poichè ognuna delle due era partita per reincontrare l’altra. Dopo un chiarimento con la sorella, che da’ la colpa della sua infelicità e delle ristrettezze economiche alla famiglia Bott, Milly le regala i soldi ereditati e, resasi conto di non aver più affetti che possano accoglierla e proteggerla, si rifugia tra le braccia dell’amante, convinta che presto si celebrerà un “matrimonio riparatore”. Ma niente da fare! Il suo amante, ormai ex amante, si è appena fidanzato con una giovanissima ragazzina. Che fare quindi? Milly torna sui suoi passi, decisa a sottomettersi alle richieste della famiglia Bott per espiare la sua colpa. Inizia quindi un peregrinare continuo nelle case dei congiunti, dove la povera donna si rende conto di essere mal tollerata. Tra situazioni imbarazzanti ed equivoci si arriva all’epilogo. La von Arnim è sempre gradevole e ironica nell’affrontare qualsiasi tema, ma, probabilmente, questo non è il suo libro migliore. Chissà! Forse si sarà ispirata a Dickens nel creare tutte quelle incredibili coincidenze che, in verità, tolgono un po’ di verosimiglianza a tutta la storia.

Anto Spanò