“Cinque donne e un arancino” è un romanzo di Catena Fiorello Galeano, edito Giunti e pubblicato nel 2020. Secondo romanzo che leggo della scrittrice siciliana, il primo della serie delle “Signore di Monte Pepe”, il cui seguito è “I cannoli di Marites” pubblicato lo scorso mese di maggio. Rosa, rimasta vedova del marito Pippo, decide di mollare la sua vita a Milano e trasferirsi nel paese d’origine, Monte Pepe, in Sicilia. I figli ormai sono grandi, hanno la loro famiglia e abitano in vari posti d’Europa. Una volta arrivata in Sicilia, decide di andare nella casa del padre, il quale vive a Torino con una figlia, che decide di mettere completamente a nuovo, cercando di renderla il più accogliente possibile, soprattutto per il momento in cui i figli decidono di tornare a trovarla durante il mese di Agosto. Una volta messa a posto la casa, insieme a quattro sue amiche decide di aprire una rosticceria in cui verranno serviti solo arancini, specialità siciliana preparata divinamente dalle quattro socie. Nonostante alcuni tentennamenti iniziali, le cinque amiche riescono nella loro impresa, anche se sono presenti molti momenti no, in cui tutto sembra andare a catafascio, tutto fino a quando una signora che parla solo inglese passa davanti alla rosticceria in un Lunedì di chiusura. Se cercate un romanzo leggero per il mese di Giugno, “Cinque donne e un arancino” rappresenta proprio quel libro. Catena Fiorello è capace di portare il lettore nel piccolo paese di Monte Pepe, di fare conoscere le simpatiche protagoniste della storia ai lettori, siano questi uomini e donne, rendendole simpatiche a tutti, con le loro vicende personali semplici ma complesse, nelle loro vite diverse ma unite dal legame dell’amicizia. Oltre alla conoscenza delle protagoniste, si conoscono anche i piatti tipici siciliani, primo tra tutti l’arancino in ogni sua sfumatura, ma anche la caponata, parmigiana di melanzane, cassate e altri piatti semplici ma che stregano il lettore e lo trasferiscono nel piccolo paese di Monte Pepe. Altro elemento che indica la “sicilianità” è il dialetto con cui fa parlare le protagoniste, con tutte le sfumature del mondo siciliano che aiutano nell’immersione ancora maggiore nella storia. Dopo aver letto “Amuri” sempre di Catena Fiorello lo scorso mese di Settembre, anche questa volta ho trovato molto piacevole la storia a tratti quasi semplice, ma che nasconde diversi elementi “importanti” che spingono il lettore a una maggiore riflessione in merito al passato di alcune protagoniste, donne capaci di andare avanti per la strada, senza farsi condizionare da quello che le circonda e la loro vita precedente. Un ottimo romanzo da leggere sotto l’ombrellone, con il sorriso sulle labbra. Consigliato!

Lorenzo Peluffo