Giulio Cernini, classe 1988, vita da studente universitario fuori sede, ore piccole e mattine sconosciute, pasti arrangiati e alcol serotino, feste, amori fugaci e libertà, un po’ Joey Tribbiani e un po’ dottor J.D. Dorian, si laurea dottore in giurisprudenza: atto di eutanasia della sua gioventù spensierata, rapida corsa verso la luce in fondo al tunnel e approdo… all’inferno! Una geenna fatta di responsabilità, regole, compromessi, noia e frustrazione e popolata da quella generazione infelicemente definita di “bamboccioni” e torturata da poveri diavoli frustrati e dai sogni lobotomizzati o da demoni in carriera, Colonnelli Kilgore della giurisprudenza, abnegati, duri, sprezzanti, cattivi chevanno a caccia di vietcong per gli stanzoni di cemento del tribunale: Charlie non fa surf, non deve nemmeno provarci. Un romanzo di formazione che, moderno Caronte, traghetta il lettore nel mondo dei giovani del 2000 che si ritrovano ad affrontare le incertezze e la precarietà della vita adulta facendo i conti con la loro inadeguatezza e leggerezza. Giulio Cernini, protagonista-narratore del romanzo è la perfetta rappresentazione dell’amico “sornione” che ognuno di noi ha nella propria compagnia, quello che non solo “la butta sempre in caciara”, ma che racconta le vicende della propria giornata rifacendosi a continui riferimenti cinematografici (se avete seguito la serie TV “Dream on” sapete perfettamente di cosa parlo!). Quindi, un libro ben scritto, dal ritmo vivace e dal linguaggio accattivante e permeato di ironia: non certo un capolavoro della letteratura, ma un libro da leggere col sorriso.
recensione di Patty Barale