Therese è una giovane scenografa che si accompagna a un giovane pittore, vive in un ridotto appartamento di New York e lavora nel reparto giocattoli di un famoso grande magazzino. Quando conosciamo Therese, il grande magazzino è invaso da una folla di clienti di tutti i ceti sociali, poichè siamo nel periodo natalizio e bisogna affrettarsi nell’acquisto dei giocattoli per i propri figli. E’ proprio nel reparto in cui lavora che Therese nota un’elegante cliente, avvolta e protetta da una costosa pelliccia. La giovane rimane molto colpita dalla donna e, per un impulso incontrollabile, decide di inviarle un biglietto d’auguri. Inizia così un rapporto che, per molto tempo, rimane in bilico tra amicizia e amore. Carol è una donna adulta, con una figlia e che sta affrontando la separazione dal marito. Per colmare i mesi in cui la figlia vivrà insieme al padre, decide di intraprendere un viaggio in macchina insieme a Therese, che le porterà lontane da New York e dalle persone che normalmente frequentano e che le aiuterà a rinforzare il loro legame. Ma ben presto la realtà torna all’assalto in modo prepotente… Questo legame sarà in grado di resistere alle vicende personali e ai giudizi altrui? O è destinato a rimanere nascosto agli sguardi accusatori dei “perbenisti”? La storia di Carol e Therese è ambiantata a New York in tempi in cui parlare di apertamente di omosessualità era impensabile, quindi, per l’epoca in cui è stato concepito, risulta molto moderno. L’autrice riesce a mettere in evidenza quanto l’omosessualità rappresentasse un problema da nascondere, prima a sé stessi, e poi anche agli occhi del mondo. Il libro è scritto bene, e questo è innegabile. La storia coinvolge, e anche questo è innegabile. Ma, come al solito, è la fine che poco mi convince. E’ vero che l’amore trionfa e supera tutti gli ostacoli e i dubbi, ma perchè questo sovraccarico di scene strappalacrime? Mi sembra che si sia guastato quel perfetto equilibrio di emozioni che aveva caratterizzato tutto il racconto.

Anto Spanò