Violette Toussaint è la custode del cimitero di Briancon en Chalon, piccolo paese della Borgogna. La sua vita è caratterizzata da forti delusioni, dalla scomparsa improvvisa del proprio marito dopo un rapporto tumultuoso. Il cimitero paradossalmente rappresenterà per Violette un’ancora di salvezza, un porto sicuro, rifugio certo dalle malvagità del mondo. Un crocevia continuo di nuovi incontri, di personaggi unici e caratteristici, un posto dove nonostante la propria natura “cupa” può riservare nuove e piacevoli emozioni. Questa occupazione sarà per Violette un trampolino di lancio nella propria vita, riscatto speranza e determinazione ne definiranno l’esistenza. È un romanzo scorrevole, senza nessuna pretesa di sorte; la scrittura è semplice e piacevole, la trama gradevole. Valèrie Perrin con Cambiare l’acqua ai fiori è risultata essere una delle romanziere più in voga del momento. Questo suo successo anche a livello mediatico è stato intaccato da molteplici critiche da parte dei lettori. Personalmente ho gradito il romanzo, mi ha fatto profondamente riflettere, soprattutto perché letto nei giorni di una perdita a me tanto cara: quella di mio padre. Non dico assolutamente che la lettura sia servita a lenire il mio dolore ma non conoscendone assolutamente la trama mi ha fatto pensare a questa strana coincidenza, a rapportarmi più serenamente con il tema della morte a darmi maggior convinzione di come la vita sia un soffio flebile e indefinibile.
Antonio Martino