Nello stomaco del Quartiere e tra serpentine labirintiche, il profumo del pane restituisce la naturalezza infantile, ricorda la bellezza della vita, fa dimenticare gli affanni e il tanfo di pesce rimasto al mercato, dona coraggio, sembra quietare gli animi rendendo distratti, arrendevoli, fragili e impotenti. Il profumo di pane consola e abbraccia il rapinatore Totò che corre veloce come il vento percorrendo passaggi segreti e puntando quella pistola che gli amici tanto invidiano, estrapola una dolce e profonda nostalgia paterna sotto un cielo stellato e tra letti genitoriali ormai vuoti, avvolge tutti al Quartiere così come l’ira di Dio che riversa su ogni singolo ciotolo le colpe di tutti… quelle del parroco che tiene lontani gli sbirri dal tabernacolo, di Carmela che si dona a pagamento nella propria casa lasciando sul balcone Celeste, figlia di un uomo che si può solo immaginare o sognare, del padre di Cristofaro che beve tutte le sere e attende il figlio per sfogare la propria rabbia, della madre e di tutto il vicinato che considerano quelle urla di dolore una quotidiana normalità, di chi scommette sulla vita e sulla morte, di chi fa correre Nanà nelle gare clandestine dei cavalli, di tutti gli abitanti di Borgo Vecchio. Nessuno escluso. Giosuè Calaciura commuove profondamente, racconta le viscere di questa realtà facendoci correre a perdifiato a fianco di uomini e donne che fanno nascere in noi sentimenti di rabbia per poi arrivare all’ultima curva e farci provare momenti di puro sgomento perché quegli occhi parlano e dicono dolorose verità contenenti solitudini, il desiderio di una strada sia essa di casa, di salvezza o giustizia. E così Giosuè ce li mostra nella loro intimità, esseri umani con trascorsi delicati, sofferenti. Naufraghi. Borgo Vecchio è di una potenza inaudita, breve, disperato, feroce, profondamente umano che lascia senza fiato. Un quartiere che contiene nelle proprie viscere luce e tenebra, violenza e bellezza, crudeltà e delicatezza. Vite che cercano disperatamente un futuro, situazioni per tanti di noi inimmaginabili, sicuramente discutibili, ma come in tutte le cose, per capire davvero, si deve sempre andare oltre.
Maria Malacalza