La storia racconta le vicende di Giuditta Licari, psichiatra che opera nella polizia, la quale si trova a dover risolvere un paio di omicidi strani e molto “violenti”, con vittime che sono uccise nel peggiore dei modi. La protagonista è single ma in passato ha avuto una relazione con Alessandro, suo ex collega che la spinge ancora a fare cose che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare. Nelle sue ricerche, soprattutto nei sopralluoghi dalle vittime, è accompagnata da Miglio, un collega alle prime ma che si fa voler bene da tutti. Giuditta si è imposta di essere sempre il più distaccato possibile dalle indagini, fino a che non si rende conto che il killer è molto più vicino a lei di quanto possa immaginare… La storia è entrata nel vivo intorno a pagina 180, ho trovato la prima parte un po’ noiosa e confusionaria, mentre una volta passate le prime pagine la storia entra nel vivo e mi ha preso molto e ho letto molto velocemente il resto della storia. Non ho provato molta simpatia per la protagonista, contando anche il modo in cui viene presentata all’inizio del romanzo, ovvero come un donnone senza cuore e sentimenti, anche se poi nel corso della storia si imparerà a vederla cambiata, fino ad arrivare alla fine della storia. Sono rimasto affascinato dal modo in cui l’autrice fa cambiare le aspettative dei lettori, che immaginano la storia proseguire in un certo modo e poi all’improvviso, nei momenti in cui non ci si aspetta possa cambiare qualcosa, stravolge tutto quello che era stato detto, rimanendo a bocca aperta e manipolando la testa dei lettori. Come giudizio complessivo, devo ammettere che il romanzo mi è piaciuto molto, anche se il finale non era come proprio come speravo fosse e, nonostante gli omicidi un po’ splutter, posso dire che sono rimasto soddisfatto di questa lettura e, sicuramente, leggerò tutti gli altri romanzi dell’autrice.

Lorenzo Peluffo