Il libro propone le due vicende parallele e simili di due allenatori di calcio ebrei-ungheresi, Árpád Weisz ed Egri Ernest Erbstein, la cui vicenda è emblematica del destino che toccò a migliaia di anonimi cittadini durante la Seconda Guerra mondiale. Weisz, che seguiva la squadra del Bologna, aveva impostato la sua tecnica su una solida difesa e un temibile contropiede; fu la prima guida tecnica ad accompagnare i suoi giocatori, durante le sedute, con maglietta e pantaloncini; introdusse inoltre specifici carichi di lavoro, curò la dieta dei calciatori e diffuse la pratica dei primi ritiri, oltre ad aver scoperto talenti come Giuseppe Meazza. Erbstein, anima del “Grande Torino”, fu l’artefice di quella che tuttora è considerata la più forte squadra di calcio italiana. La loro parabola esemplifica mirabilmente quello che è il destino che può travolgere chiunque: dagli allori del successo alla fuga precipitosa in seguito alle leggi razziali, la vita dei due sportivi –l’uno morto ad Auschwitz, l’altro nella tragedia di Superga- può essere letta da più punti di vista, il che costituisce prova del valore del libro. Da un lato, infatti, essa costituisce un tassello ulteriore per la ricostruzione di una pagina tristissima di storia; da un altro, invita a riflettere sul ruolo degli organi di stampa e sulla loro libertà; da un altro ancora, consente di riflettere sul mondo del calcio e dello sport in genere, essendo il calcio stesso punto di osservazione privilegiato per la ricostruzione del clima del tempo. La narrazione si avvale del supporto di articoli di giornale e di cronache sportive, che offrono un gioco suggestivo di punti di vista, che coinvolge il lettore e, nello stesso tempo, lo sconvolge per la fredda obiettività del testo di cronaca, contrapposto al dramma di due vite spezzate. Soprattutto l’argomento trattato, la caratura dei due protagonisti e l’abile intreccio narrativo lasciano emergere il grande tema di fondo, la responsabilità oggettiva e soggettiva, diretta e indiretta, di un intero Paese –e, anzi, di più Paesi- nella sistematica persecuzione della “razza” ebraica. Da leggere assolutamente, anche per scoprire due interessanti e dimenticate personalità.
Maria Carolina Campone