Amok è una breve novella di Stefan Zweig che catapulta il lettore nel 1912 in India, dove, a quel tempo, sono state fondate colonie olandesi . La novella si apre con la voce narrante che descrive un misterioso incidente verificatosi di notte al porto di Napoli, dove ha fatto scalo la nave sulla quale egli era imbarcato di ritorno dall’India. Ed è proprio su questa nave che la voce narrante incontra un medico olandese, che ha svolto la sua professione per sette anni in India e adesso sta tornando in patria. L’uomo appare strano, turbato da qualcosa di molto importante che gli è accaduto in quella terra così lontana da casa e in cui ha vissuto quasi isolato per molto tempo. E infatti è proprio così. L’uomo comincia a raccontare per una notte intera sotto la luce della luna…. Ma cosa vuol dire amok, questa parola che dà il titolo alla novella e che mi ha incuriosita molto? Lo spiega l’autore stesso nella nota di copertina: “Amok” è una parola malese che significa follia rabbiosa. Chi è in preda all’amok non si rende conto delle sue azioni poichè la sua mente è offuscata dalla rabbia insensata che non è paragonabile a nessuna intossicazione alcolica. E, in certo qual modo, questo è quello che succede al medico olandese. Devo dire che questo breve libro mi è piaciuto molto. E’ scritto in modo superbo e risulta molto particolare: non conosciamo i nomi di nessuno dei personaggi, né dei luoghi esatti in cui si svolgono i fatti narrati. L’atmosfera è un po’ cupa, ma si viene proiettati in un mondo antico dove salvare le apparenze è più importante che morire. Davvero una bella prova narrativa!

Anto Spanò