Elisabetta Maiorano insegna matematica al carcere minorile di Nisida, una fortezza arroccata su un’isola alle porte di Napoli. Al di fuori di quelle quattro mura, le è rimasto poco: suo marito è morto qualche anno prima, e insieme a lui Elisabetta ha dovuto seppellire il suo vibrante desiderio di maternità. Svolge il suo lavoro con passione, tentando di non farsi schiacciare dai sorrisi appannati dei piccoli detenuti, fino a quando il suo cammino incrocia quello di Almarina, giovane romena dal passato difficile. È grazie a lei che in Elisabetta riaffiorerà l’istinto materno e il desiderio di darsi – e di prendersi – una seconda opportunità. ⠀ Un piccolo testo di 120 pagine che tocca temi profondi. Tanto profondi che, a volte, ho avuto la sensazione che si potessero approfondire di più. Che si dovessero approfondire di più. A tratti mi sono sentita come davanti ad una torta sontuosa che però mi era permesso solo di assaggiare, invece di gustarla fino in fondo. ⠀ Una lettura piacevole, tutto sommato. All’altezza della finale del Premio Strega? Non ne sono sicura. ⠀
Stefania Russo