“La volontà di credere in qualcosa a cui non si può credere.” Lo stabilimento siderurgico di Piombino in Toscana è un complesso industriale specializzato nella produzione di acciaio; lambendo 9 km di costa, con i suoi 12 milioni di metri quadrati è il secondo in grandezza in Italia dopo Taranto. E’ come se l’acciaio prodotto qui fosse lo scheletro della storia di questo romanzo, come se fosse questa lega di ferro e carbonio a tendersi, a chiudersi, a indurirsi nei rapporti che legano i personaggi. “E’ un attimo scivolare sul dorso della catena, finire in una costellazione ignota di eventi.” E’ la storia di un’amicizia adolescenziale con tutte le sue speranze e proibizioni in uno spaccato della vita di Piombino, una storia di ragazzi abbandonati a sé stessi, di donne che hanno perso la speranza e di uomini che non sono mai cresciuti. “A volte ci vuole un terremoto, un cataclisma. Come quando durante l’eclissi di sole tutto si sovverte e gli animali scappano, la natura impazzisce.” La visione del mondo giovanile e di quello del lavoro è fin troppo pessimistica; come se avere un’ambizione fosse quasi una dannazione. La storia è piacevole ma anche prevedibile, il finale un po’ scontato. “Non è qualcosa che perdi. E’ qualcosa che perde te.” Stile scorrevole, romanzo gradevole che ci ricorda in tanti modi un momento magico e dannato della nostra vita. Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

Editore: Rizzoli
Collana: Scala italiani
Anno edizione: 2010
In commercio dal: 20 gennaio 2010
Pagine: 357 p., Rilegato
  • EAN: 9788817037631
  • prezzo 18,00 euro