Ho parlato con te,
ma mai in tua presenza,
ho fatto l’amore con te e la tua assenza,
ho condiviso reciproca mancanza,
hai riso della mia pazienza.
Qui e ora, do se mi dai,
ti ho, se mi hai,
mi do, se ti dai, giurai
sul sagrato del nostro futuro,
celebrando sponsali, delle tue e mie mani,
stringendo domani, parole
desideri svelati come origami.
Hai messo tu la serpe
nel talamo immacolato,
cambiandomi la pelle,
con un bacio non dato,
vivendo nella casa, che non hai abitato.
Ed ora brindo a te, che resti, mentre vai,
sorseggiando un calice di vino rosso,
che scende giù, lento in gola,
amaro come la scommessa persa,
e lì si ferma
piantando radici, maturando tralicci
e foglie ruvide, come le nostre vite.
Vendemmio ricordi sola, in tua compagnia,
distillando odio e amore fino all’ultima goccia
di questa magnifica sera
in cui la tua immagine distratta
dai miei occhi vola via.
Mirela Stillitano
da “L’amore immaginato, cantato alla luna” Leonida Edizioni