Lina è una quindicenne lituana che adora l’arte e vuole diventare una famosa pittrice. Famosa come Munch, del quale riconoscerebbe il tratto tra milioni di quadri! Siamo nella Lituania del 1940/41, in piena seconda guerra mondiale. La Lituania si trova tra due fuochi, la Germania da una parte, e l’Unione Sovietica dall’altra. Quest’ultima invade la nazione e deporta coloro che sono sospettati di complicità con il nemico. Anche Lina, il fratellino Jonas e la madre Elena finiscono in un vagone affollatissimo e affrontano un lunghissimo viaggio verso la Siberia. Attraverso gli occhi di Lina, assistiamo al loro viaggio, alle loro umiliazioni, alle sofferenze, alla fame, al lavoro forzato e alle crudeltà inflitte loro in un clima gelido e in un ambiente ostile. Assistiamo alle morti di donne, uomini e bambini indifesi, ma assistiamo anche al nascere di un rapporto di complicità tra i deportati e di una storia d’amicizia, e poi d’amore, tra Lina ed Andrius. Il libro è molto bello. Con la crudezza nella rappresentazione delle varie situazioni in cui vengono a trovarsi i protagonisti, ci fornisce una descrizione esauriente di uno dei drammi che hanno caratterizzato una delle pagine più buie della storia contemporanea. Una pagina ai più (compresa me) sconosciuta. La fine della storia è un po’ lacunosa rispetto alle aspettative del lettore, ma nel complesso si è rivelata un’ottima lettura.
Anto Spanò